Silvio Lacasella

Silvio Lacasella

Silvio Lacasella, nasce a Trento nel 1956 ma molto presto si trasferisce con la famiglia a Milano, per poi stabilirsi a Vicenza dove tuttora risiede.

Qui ha la prima personale, presso la Libreria-Galleria di Virgilio Scapin. E’ grazie all’amicizia con Tono Zancanaro che, nel 1977, approfondisce la tecnica dell’incisione, alla quale si dedica quasi esclusivamente sino al 1989, portando a termine circa 350 lastre. In questo arco di tempo espone i suoi fogli in spazi pubblici e privati, in Italia e all’estero.

Tra le più significative, si ricordano le mostre alla galleria Don Chisciotte e Incontro d’Arte di Roma, nella galleria dell’Incisione diMilano, alla galleria Il Triangolo di Cremona e al Tempietto di Brindisi. Nel 1989 la galleria dello Scudo di Verona e la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Sarcinelli a Conegliano Veneto espongono le sue incisioni accanto ai quadri di Velasco.

Inoltre si ricordano le mostre alla galleria ABC di Bruxelles, all’Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam, alla galleria dell’Incisione di Milano e alla galleria dell’Incisione di Brescia, al Centro Steccata di Parma e alla galleria Fioretto di Padova. Numerosi sono gli interventi critici. Tra questi si sottolineano quelli di Giulio Carlo Argan, Fernando Bandini, Virginia Baradel, Riccardo Barletta, Massimo Bignardi, Enzo Bilardello, Elvira Cassa Salvi, Mauro Corradini, Fabrizio D’Amico, Mario De Micheli, Floriano De Santi, Angelo Dragone, Elda Fezzi, Guido Giuffré, Marco Goldin, Luigi Lambertini, Paolo Lanaro, Franco Loi, Valerio Magrelli, Franco Marcoaldi, Nicola Miceli, Francesco Poli, Elena Pontiggia, Mario Rigoni Stern, Alberico Sala, Giorgio Saviane, Vanni Scheiwiller, Giorgio Segato, Vittorio Sgarbi, Nico Stringa, Emilio Tadini, Roberto Tassi, Charles Thomlinson, Antonello Trombadori, Lorenza Trucchi, Marco Vallora. Nel 1988 inizia a dipingere (nel 1989 si interrompe bruscamente l’attività incisoria durata oltre dodici anni). I suoi quadri, in un primo momento influenzati dall’esperienza grafica, arriveranno successivamente ad un più autonomo linguaggio espressivo. 

Le principali mostre realizzate in questi anni si sono svolte alla Sanseverina di Parma (1989 e 1990) presentate da Fabrizio D’Amico: all’Università Bocconi di Milano (1990); alla Ghelfi di Vicenza (1990, 1993, 1996) con scritti di Roberto Tassi e Nico Stringa; alla Forni di Bologna (1991, 1995); alla galleria dell’Arancio di Grottammare, Ascoli Piceno (1992) con scritti di Flaminio Gualdoni, Valerio Magrelli e Franco Marcoaldi, all’Isola di Roma (1992); a Palazzo Crepadona di Belluno (1992), con presentazione di Elena Pontiggia, al Triangolo di Cremona (1993); presso Banca Intesa di La Spezia (1995). A Villa Valle di Valdagno (Vicenza) espone assieme a Pompeo Pianezzola e per l’occasione viene stampato un catalogo contenente scritti di Fernando Bandini, Fabrizio D’Amico ed Emilio Tadini (1996).

Nel 1997 espone al Teatro Comunale di Lonigo (Vicenza) e alla San Pantalon di Venezia. Sempre nel 1997/8, accompagnate da un catalogo presentato da Franco Marcoaldi (con una testimonianza di Piero Guccione) espone alla galleria Innocenti Arte di Montecatini Terme, alla stamperia dell’Arancio di Grottammare (Ascoli Picenco) e alla galleria l’Isola di Trento. Sempre nel maggio del 1998 espone alla Torre Avogadro di Lumezzane (Brescia), nel catalogo viene pubblicata una conversazione con Marco Vallora. Nel settembre del 2000 la Banca Nazionale del Lavoro inserisce alcuni suoi dipinti all’interno della mostra “B.N.L.: una Banca per l’arte oltre il mecenatismo” (Roma, Tempietto del Bramante). Durante il mese di novembre dello stesso anno i suoi dipinti vengono esposti alla Lorenzo Ghelfi di Vicenza e alla Ceribelli-Albini di Milano.

Nel dicembre dello stesso anno è invitato alla rassegna “Immagini. Arte Italiana dal 1942 ai giorni nostri”, organizzata a Francoforte congiuntamente dalla Banca d’Italia, che acquisisce sue opere di pittura, e dalla Banca Centrale Europea.

La mostra personale “Inferno dantesco e altri Paesaggi notturni”, a cura di Giorgio Segato, viene presentata presso il Museo Civico del Santo, a Padova, durante il mese di maggio 2001. Nell’ottobre espone alla galleria Trentasette di Palermo, e tra 2002 e 2003, fra l’altro, a Stresa, Conegliano, Cremona. Sempre nel 2003 presenta per la prima volta i suoi dipinti dedicati al tema dell’ “Acqua” al Mulino 503 di Vicenza.

Dal 2003 si interrompono le sue mostre personali. Numerose sono invece le collettive, sia di pittura che di incisione: fra le altre, il “Premio per l’incisione Leonardo Sciascia” (mostra itinerante), la mostra “Arte in Italia, 1968-2007” a Palazzo Reale di Milano, a cura di Vittorio Sgarbi, la mostra “Pittura d’Italia. Luoghi veri e dell’Anima” organizzata da Marco Goldin a Castel Sismondo a Rimini, oppure “Un certa idea della pittura” a Palazzo trentini a Trento, per citarne alcune.

Dal 2004 è chiamato a tenere corsi annuali di pittura all’Accademia Cignaroli di Verona. Dal 1979 collabora con articoli d’arte alle pagine culturali del “Giornale di Vicenza”. Nel 2009, espone una larga selezione di sue opere d’incisione e di pittura in una personale a Vicenza, negli spazi del Lamec, (Promossa dal Comune di Vicenza). L’esposizione è accompagnata da un catalogo contenente testi di Fabrizio D’Amico e di Marco Vallora.

Guardandomi poche, pochissime cose: la linea lontana di un orizzonte, il variare improvviso di una luce, qualche riflesso d’acqua, il nero di una notte interiore. In questi luoghi non luoghi, sempre mi perdo, tenendo per mano la mia pittura. Eppure, così facendo, solo rimanendo solo, riesco a guardare con maggiore sincerità dentro a me stesso. Quel che vedo spesso non sono che frammenti di ciò che mi circonda, fatico invece a trovare quel che vorrei. E m’aiuta poco provare a seguire alcune tracce più segrete e profonde. Intanto, da anni, dipingo l’assenza. Mi accorgo infatti che quanto alla fine vado ostinatamente ritraendo è proprio l’irraggiungibilità del soggetto. Figurazione ed astrazione non possono che dialogare. Che sia vero fino in fondo che l’arte è una sorta di specchio per meglio capirci? O è forse possibile, come a me sembra, che essa, pur allargando notevolmente il filo sopra al quale camminiamo, lo alzi vertiginosamente?

Silvio Lacasella

OPERE DISPONIBILI

63) Paesaggio notturno con monte - 2017 - 109,3x64,5
Paesaggio notturno con monte tecnica mista su cartone 64.5x109.3 - 2017
LA-CA0001 Impronta di paesaggio tecnica mista su cartone cm 39x25
Ultime luci tecnica mista su tavola cm 57x51 - 2019
LA-CA0002 Impronta di paesaggio tecnica mista su cartone cm 39x25
Ultime luci tecnica mista su tavola cm 57x51 - 2019
Ultime luci tecnica mista su tavola cm 57x51 - 2019
Ultime luci tecnica mista su tavola cm 57x51 - 2019
Paesaggio invernale tecnica mista su tavola cm 58.5x50.5 - 2019

Esposizioni varie dell'artista